Partiamo dalla teoria: la nostra Costituzione sancisce il principio di uguaglianza fra tutte le confessioni religiose(articoli 8 e 20) e il diritto di ogni individuo a professare liberamente il proprio credo (art 19) in un regime di pluralismo confessionale.
Passiamo alla realtà: il panorama religioso in Italia e in Lombardia è profondamente cambiato negli ultimi decenni.
Solo per fare un esempio, in Italia si contano oltre un milione e mezzo di musulmani, che in Lombardia costituiscono il 38% della popolazione straniera residente. Accanto alla prevalente religione cattolica sono presenti stabilmente nel territorio lombardo numerose comunità religiose di differente rilevo sociale e, in alcuni casi, riconducibili a diversi gruppi etnici.
VOX, l’Osservatorio italiano dei diritti, è andato ad analizzare il caso Lombardia e si è accorto come sull’esposizione del crocefisso e sui nuovi edifici di culto ci sia qualcosa di particolare: il legislatore lombardo infatti, con legge regionale n. 18 del 2011 “Esposizione del crocifisso negli immobili regionali” e alcune norme per la realizzazione degli edifici di culto contenute nella legge regionale n. 12 del 2005, sembra aver trascurato tali principi costituzionali, riservando un posto di privilegio alla Chiesa cattolica.
