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Vox / Redazione /

Pisapia indagato per trascrizioni gay. Ecco la risposta di Marilisa D’Amico

Il Sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, è indagato dalla Procura di Milano per aver ignorato la richiesta di annullare le trascrizioni dei matrimoni gay registrati all’estero (ne abbiamo parlato qui). Il Sindaco, che si dichiara “tranquillo e convinto di aver agito legittimamente”, chiede adesso a Matteo Renzi di “dare una tirata d’orecchio” ad Alfano, affinché annulli il decreto e proponga, finalmente, una legge per le coppie dello stesso sesso. Per Marilisa D’Amico, co-fondatrice di Vox e Professore Ordinario di diritto costituzionale dell’Università di Milano, “con le trascrizioni dei matrimoni contratti all’estero i Sindaci si sono limitati a segnalare e a denunciare la grave lacuna legislativa, la quale lede gravemente i diritti fondamentali dei cittadini”. Noi di Vox non possiamo che sostenere il Sindaco Pisapia in questa battaglia.

Recentemente, alcuni Sindaci, tra cui il Sindaco di Milano Giuliano Pisapia, hanno trascritto nei registri dello Stato civile matrimoni di coppie dello stesso sesso contratti all’estero. Pochi giorni fa, il Sindaco di Milano ha dichiarato di essere indagato “per omissione di atti di ufficio” per non aver ottemperato alla richiesta del Prefetto di cancellare le trascrizioni dei matrimoni omosessuali contratti all’estero. Eppure, ritengo che con tale iniziativa il Sindaco di Milano non abbia fatto altro che attuare e garantire i diritti fondamentali di propri cittadini.

E’ bene ricordare, infatti, che è stata la stessa Corte costituzionale, a sancire “il diritto fondamentale” delle coppie omossessuali “di vivere liberamente una condizione di coppia, ottenendone – nei tempi, nei modi e nei limiti stabiliti dalla legge – il riconoscimento giuridico con i connessi diritti e doveri.”

Nella stessa sentenza, la Corte ha denunciato il grave vuoto legislativo in materia, invitando il Parlamento a “individuare le forme di garanzia e di riconoscimento” per le coppie omosessuali (Corte Cost. 138 del 2010).

Nonostante il monito della Corte costituzionale, alle coppie omosessuali non è ancora riconosciuto alcun diritto e, dopo cinque anni dalla storica sentenza, permane ancora una grave lacuna legislativa. Per questo motivo ritengo che, con le trascrizioni dei matrimoni contratti all’estero i Sindaci si siano in realtà limitati a segnalare e a denunciare la grave lacuna legislativa, la quale lede gravemente i diritti fondamentali dei cittadini.

I Sindaci non si sono sostituiti al legislatore, ma hanno semplicemente attestato l’esistenza di unioni contratte all’estero. In assenza di una disciplina nazionale, infatti, le trascrizioni effettuate dai Sindaci non hanno alcun effetto costitutivo, non attribuendo in alcun modo gli stessi diritti e doveri discendenti dai matrimoni tra persone di sesso diverso contratti in Italia. Per tale risultato non si può far altro che aspettare l’approvazione di una legge da parte del Parlamento. In una situazione come quella appena descritta, nella quale sono in gioco i diritti fondamentali dei cittadini, sarebbe stato necessario un intervento coordinato delle istituzioni al fine di colmare la grave lacuna, che i Sindaci hanno solo messo in luce.

Al contrario, il Ministero degli Interni ha deciso di prendere posizione sul tema, con una circolare rivolta ai prefetti per impedire e/o annullare le trascrizioni iniziate dai Sindaci di alcuni comuni. La circolare del Ministero colpisce perché non riconosce in alcun modo la mancanza di tutela di un diritto fondamentale, andando contro l’operato dei sindaci. Inoltre, da un punto di vista più tecnico, la circolare ministeriale è illegittima poiché è solo l’autorità giudiziaria che può pronunciarsi sulla cancellazione di una trascrizione dai registri dello stato civile, non il Prefetto o il Ministro dell’intero (dell’art. 95 della legge 396 del 2000)

Per una garanzia piena ed effettiva dei diritti fondamentali è necessario la collaborazione di tutte le Istituzioni. Il Governo non avrebbe dovuto intervenire con una circolare che pare un’incomprensibile dichiarazione di guerra, ma piuttosto accelerare il procedimento legislativo sul tema delle Unioni civili. La Commissione Giustizia del Senato sta lavorando ad un testo che sintetizzi i contenuti dei vari progetti presentati in parlamento sulle unioni civili.

La speranza è che i lavori parlamentari termino al più presto al fine di garantire anche alle coppie omosessuali quel diritto fondamentale, sancito ormai cinque anni fa dalla Corte costituzionale, “di vivere liberamente una condizione di coppia”.

 

Scritto da: Redazione

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